T piac 'o presepio? San Gregorio Armeno in ... Svendita
Iniziamo oggi ad affrontare attraverso Imagine - Il Mondo Che Vorrei un filone di tematiche ( ce ne saranno tante altre al riguardo ) che riguardano la nostra sfera sociale e l’evoluzione della società: IL DECLINO DEI VECCHI MESTIERI, ed iniziamo questo ciclo parlando di una vera e propria Arte napoletana e conosciuta da tempo in tutto il mondo: l’Arte Presepiale.
Siamo appena entrati nel mese di maggio, parlare di presepi potrebbe sembrare un po’ fuori stagione per tanti… ma non a Napoli. A Napoli il Presepe esiste un po’ tutto l’anno, e i mastro presepaio inizia a lavorare alle sue nuove creazioni proprio in estate, nei mesi più caldi! I Presepi napoletani sono la rappresentazione di una comunità: quella che li ha creati. Magia, paganesimo, sacralità, devozione, superstizione, antichi mestieri. Tutto ciò che Napoli è stata, è e sarà. La sua storia inizia tanti secoli fa, e dai primi riferimenti, risalenti all’anno Mille, si può di certo affermare che i presepi napoletani hanno seguito un graduale processo di umanizzazione e attualizzazione. Non si può dimenticare che Napoli è una città che da sempre tende ad umanizzare il sacro, sacro e profano si confondono: accanto alla rappresentazione della natività non mancano, infatti, scene di vita quotidiana, personaggi famosi come la statuina di Maradona ad esempio. Singolari anche i significati delle locande presenti nel Presepe come l’osteria, posta accanto alla grotta, con il suo contrasto tra la vita materiale e quella spirituale; il forno ed il mulino, posto vicino all’osteria, dove il pane è il chiaro simbolo di Cristo pane della vita ed il mulino con le sue pale simbolo del tempo che scorre.
Sicuramente però ciò che attrae maggiormente nel presepe sono i personaggi, veri e propri spaccati di quotidianità, scene di vita popolare, dove ogni statuetta ha il suo significato e collegamento a leggende della tradizione partenopea. Ogni ambulante rappresenta un mese dell’anno: gennaio il macellaio o salumiere; febbraio il venditore di ricotta e formaggio; marzo il pollivendolo e venditore di uccelli; aprile il venditore di uova; maggio è rappresentato da una coppia di sposi recanti un cesto di ciliegie e di frutta; giugno il panettiere o farinaro; luglio il venditore di pomodori; agosto il venditore di cocomeri; settembre il venditore di fichi o seminatore; ottobre il vinaio o cacciatore; novembre il venditore di castagne; dicembre il pescivendolo o pescatore. Caratteristica del presepe napoletano è quella di essere un perfetto connubio tra il sacro e il profano, in quanto presenta non solo le statue della Santa Famiglia in tutte le dimensioni, fatture e prezzi, ma anche la rappresentazione caricaturale di personaggi famosi del presente e del passato. Ed entrare a far parte di questa cerchia, ovvero quella dei personaggi del presepe napoletano, è diventata un traguardo ambitissimo per la gente dello spettacolo della politica e dello sport. È nella creazione di queste statuette, che sono delle vere e proprie caricature, che si ritrova tutta l’ironia e la fantasia dei napoletani.
La modernità sta uccidendo l’arte. Si, proprio così, questo è ciò che pensavo mentre scrivevo il clock di questa puntata. Il mondo sta cambiando, giorno dopo giorno, la tecnologia e la “fretta” stanno prendendo il sopravvento sulla calma, sulla dedizione ad un qualcosa che identifico più come passione che come lavoro, l’arte presepiale. Siamo il frutto della nuova generazione, quella del classico mordi e fuggi, tutti di corsa, alla ricerca di prodotti senza apprezzarne la qualità. Al di là del fatto religioso, il Presepe è davvero ( almeno fino a poco tempo fa ) un qualcosa di sacro per Napoli, i napoletani e per tutti i turisti che vengono da lontano per apprezzare lungo la strada di San Gregorio Armeno le creazioni artistiche a tema per il Natale. Chi crea i pastori è un vero artista ma purtroppo al giorno d’oggi viene quasi accantonato a causa di prodotti fatti in serie da industrie ( magari cinesi ) e a basso costo. Ecco, questo è un punto che proprio non riesco a digerire… Che non me ne voglia il popolo cinese ma cerchiamo per un attimo a viaggiare con la fantasia mettendo a confronto un pastore artigianale vs quello cinese: le statuine cinesi hanno un prezzo notevolmente più basso, spesso direttamente proporzionale a fattura e scarsa qualità, mentre il prodotto italiano resiste grazie per elevato pregio artigianale e dei materiali. Il consumatore tipo, mi viene da dire, non è più quello di una volta, che apprezza esclusivamente l’arte, ma preferisce la scarsa qualità ad un prezzo più basso, seppur il risultato finale sarà pessimo. Il prodotto italiano si caratterizza per uno stile più creativo, con statuine personalizzate, mentre i produttori cinesi le realizzano in resina, con degli stampi, e poi le dipingono grossolanamente, non rispettando i lineamenti del viso.
In più c’è da dire che gli artigiani di San Gregorio Armeno stanno risentendo in maniera forte dell’emergenza Covid e delle relative restrizioni. Le piccole e caratteristiche botteghe di arte presepiale sono vuote, pochissime persone in giro e scarsissime le vendite. Purtroppo e’ un momento drammatico per il Paese da un punto di vista della salute, perché’ la situazione Covid-19 a distanza di un anno e più, continua ad esistere e da un punto di vista economico visto che i Colori rosso ed arancione, comprese le restrizioni stanno mettendo in ginocchio alcune categorie, tra cui anche quelle dei bottegai dei presepi..Una strada, quella appunto di San Gregorio Armeno, dove fino a dicembre 2019 era necessario istituire il senso unico alternato tanto era frequentata, mentre ora compaiono in modo sempre più veloce e triste, i primi cartelli Vendesi. Se non si ferma questo scempio si rischia seriamente di mettere in pericolo l’arte e l’artigianato, una gravità enorme con una tradizione che dura fin dal 700. I maestri presepiali, inoltre, lamentano di essere stati esclusi dai ristori e di sentirsi abbandonati dalle istituzioni. Le botteghe sono in seria difficoltà, tanto che nelle ultime settimane in molti sono stati contattati da imprenditori cinesi intenzionati a comprare le attività. Il centro storico di Napoli, e con esso anche le sue strade legate all’arte sono patrimonio dell’Unesco, vorrei ricordare, ma evidentemente, distratti da dirette social e twit vari, è stato dimenticato un po’ dai vari poteri istituzionali.
Un’ultima considerazione e un appello più che altro, desidero farlo a chi ha le redini del Potere in mano, bisogna considerare San Gregorio Armeno un vero e proprio museo a cielo aperto, considerare che è sempre stata una strada che attrae turisti. Una volta rientrati alla normalità post covid, speriamo presto, i turisti che verranno a Napoli visiteranno quelle vie e vicoli del centro storico di Napoli per acquistare pastori ma anche per generare entrate economiche a tutto ciò che vi ruota attorno, tra cui hotel, b&b e bar già esistenti: rimanere insensibili di fronte alle chiusure forzate dei bottegai significherebbe far morire quei posti, farli diventare vicoli fantasma della città più bella del mondo! Rifletteteci!
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