Shoah e memoria senza memoria non può esserci futuro
27 gennaio, 27 gennaio 2022, giornata della memoria, giornata in cui si ricorda una data in particolare, il 27/01/1945. Puntata speciale quella che abbiamo affrontato stasera, puntata che è doveroso poter dedicare ad una giornata per non dimenticare. E’ la giornata della memoria, evento che si celebra tutti gli anni in Italia e nel resto del mondo: ma cosa si intende per “memoria”?
“Senza memoria non può esserci un futuro … “
Quest’affermazione deve essere un vero e proprio comandamento di vita credo, ricordare non dev'essere un pensiero astratto però. La memoria è ricordo quando ne fai oggetto di riflessione, cominci a capire la storia e i comportamenti degli esseri umani.
Ecco, Il 27 gennaio 1945 l’abbattimento dei cancelli del campo di Auschwitz-Birkenau rivelò al mondo l'orrore del genocidio nazi-fascista. Olocausto e Shoah, due termini dall’origine e dai significati diversi, sono spesso usati per indicare lo sterminio attuato dai nazisti prima e durante la Seconda Guerra mondiale. Con il termine Shoah, parola ebraica che significa “catastrofe”, viene indicata l’uccisione di 6 milioni di ebrei nei campi di concentramento, mentre il termine Olocausto comprende anche tutte le altre vittime dello sterminio nazista, più di 15 milioni in tutto. Numeri impressionanti, confesso che nonostante abbia studiato a scuola questo sterminio mi vengono ancora i brividi al solo nominare questi numeri catastrofici! Queste uccisioni, portate avanti per anni con metodi scientifici dalla Germania nazista, durarono appunto fino al 27 gennaio del 1945, quando i carri armati dell’Armata Rossa, l’esercito sovietico, fecero irruzione nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, in Polonia, dove trovarono circa 7.000 prigionieri. Quell’irruzione ha mostrato al mondo gli orrori dell’Olocausto e del nazismo, e gli strumenti di tortura e di annientamento utilizzati nei lager, rendendo questo luogo il simbolo della discriminazione e della sofferenza.
La Shoah è una strage unica nel suo genere scrutando nel dettaglio, è diversa da ogni altro genocidio o strage abbia avuto luogo nella storia. Perché non è stata mossa solo dall'odio o da interessi politici ed economici, è stata la più lucida manifestazione della programmazione della morte. Una vera macchina di morte, quella nazista, che organizzava la morte di migliaia di ebrei, perché non era l'odio il primo motore della Shoah, ma l’ossessione dell'annientamento.
Il legame tra memoria e impegno contro l’indifferenza è un tema molto presente nelle parole di chi è sopravvissuto all’Olocausto. Il parallelo storico è una questione delicata e complessa, che non intende assolutamente negare le profonde differenze tra queste due tragedie, quanto aiutare a capire cosa possiamo imparare per l’oggi.
Inutile e banale credo sia il negare il dilagarsi oggi del razzismo e della discriminazione su base etnica, religiosa e sociale, che si è rafforzato e ha proliferato in maniera incontrollata anche grazie all’avvento di Internet e dei social network: l’odio antisemita ai tempi dei social si moltiplica e si colora di venature sempre più inquietanti.
Oggi, dunque, mentre la pandemia ci ha costretto a rivedere le nostre priorità affettive, l’odio social non si ferma, ma si radicalizza. Riflettere sulla Shoah e sullo sterminio nazista è un’occasione per mettere in guardia da ignoranza, discriminazione e intolleranza etnica, soprattutto in un momento storico caratterizzato da un clima socio-culturale che favorisce un atteggiamento di chiusura, inducendo “paure dell’altro, del diverso”, come nel caso dei migranti o altri casi ancora ( donne, omosessualità ecc… ).
Ricordare le vittime dell’Olocausto e le atrocità naziste è ancora più importante oggi. La Giornata della Memoria non serve solo a commemorare quei milioni di persone uccise crudelmente e senza nessuna pietà ormai quasi 80 anni fa, serve a ricordare che ogni giorno esistono tante piccole discriminazioni verso chi ci sembra diverso da noi. Spesso noi stessi ne siamo gli autori, senza rendercene conto. La Giornata della Memoria ci ricorda che verso queste discriminazioni non alziamo abbastanza la voce e che spesso, per comodità e opportunismo, ci nascondiamo in quella che gli storici chiamano la zona grigia, una zona della mente e del nostro comportamento, a metà tra il bianco e il nero, tra l'innocenza e la colpevolezza. In questa zona ad avere la meglio, alla fine, è l'indifferenza per chi viene isolato e non accettato.
Per evitare che una tragedia come quella dell'Olocausto si ripeta occorre ricordare e soprattutto capire.
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