La scuola che vorrei: evoluzione ed involuzione dell'Istituzione per il futuro

 


L'obiettivo principale della scuola è quello di creare uomini che siano capaci di fare cose nuove, e non semplicemente ripetere quello che altre generazioni hanno fatto, dice una frase usata spesso dal filosofo Jean Piaget … Il mio programma, come ben sapete, ha come sottotitolo “il mondo che vorrei”, il mio obiettivo è da sempre approfondire tematiche attuali così come sono e come potrebbero essere in un mondo ideale, un mondo di Nutopia per intenderci. Ebbene, ho pensato di dedicare una puntata alla Scuola che vorrei. La scuola di oggi, forse troppo ancorata a sistemi ormai superati, deve essere curata.

L'Istituzione Scuola in Italia è un sistema che prevede un percorso formativo completo di circa 13 anni. Un’affermazione un po’ blanda direi, la domanda credo nasca spontanea, ovvero: ma nell’effettivo la scuola cos’è? Ecco, domanda legittima! Scovando in mie vecchie memorie liceali, ho ricordato che la parola scuola deriva dal greco σχολή, che ha lo stesso significato di otium in latino: il momento di ricreazione, di pausa dalle fatiche fisiche, ed indica la volontà di compiere l’azione di studio per il solo piacere di farla. Al giorno d’oggi la scuola non è più concepita come svago e diletto, nemmeno a livello teorico. Oggi è “Istituzione a carattere sociale che, attraverso un’attività didattica organizzata e strutturata, tende a dare un’educazione, una formazione umana e culturale, una preparazione specifica in una determinata disciplina, arte, tecnica, professione, ecc” (Treccani online ). Questa definizione non è, o è solo in parte, la risposta che molti studenti cercano, soprattutto perché  non tiene conto della natura viva e mutevole della scuola, che è invece sotto gli occhi di chiunque vi trascorra la maggior parte delle proprie mattinate. Poco più di un mese fa, chiacchierando del più e del meno con un mio amico di vecchia data, ormai professore in un liceo, alla domanda che gli ho fatto su cosa pensasse della scuola lui mi ha risposto con queste parole: “ Per me la scuola è tutto, una sorta di grande agorà fatta di sentimenti, di emozioni, di conoscenze, però a mio parere, dovrebbero essere cambiate molte cose! “ . Ragazzi, devo dire che questa risposta mi ha colpito, e tanto! Da quel momento ho cercato di fare mente locale, scrutando nei miei ricordi scolastici, ho letto varie notizie sulla scuola di oggi ( essendo ormai vintage e non avendo figli, sono un po’ arrugginito e non so molto di come si è evoluta dagli anni in cui l’ho frequentata ) e, in ultimo ho chiesto anche al bimbo mio vicino di casa ( terza elementare ) cosa ne pensasse della scuola, per par condicio ( come diceva il buon Eduardo De Filippo, le campane sono due, devono suonare entrambe, una solo suona per i morti, ed io sono vivo ) e lui mi ha detto in tutta franchezza: “ È bella, ma è noiosa e noi per i maestri siamo soltanto dei numeri “. 

Un campanello d’allarme allora suona nella mia mente!

La scuola è uno spazio aperto anche quando è al chiuso. È un luogo pieno di parole e idee, dove i maestri devono insegnare ad immaginare, a sbagliare, a vivere oltre che ad apprendere nozioni di libri freddi, è un tesoro prezioso, da proteggere e amare! Ha naturalmente nel suo io dei pregi e dei difetti. La scuola italiana è spesso oggetto di numerose critiche, si pensa che sia uno dei sistemi peggiori del mondo. Sarà vero? Personalmente non credo, ha di sicuro dei difetti ( anche tanti ), ma contestualmente anche dei pregi! Bisogna riconoscere che la scuola italiana fornisce una buona preparazione nell’ambito della cultura generale: sia alle elementari che alle medie, il programma è ben strutturato in modo da dare ugual peso a tutte le materie. Anche al liceo, nonostante l’insegnamento sia leggermente più settoriale, non si tralascia nessun aspetto delle altre materie, e sono tutte allo stesso livello. Abbiamo mai pensato che le classi di studenti delle nostre scuole sono numerosissime e con classi numerose, all’interno delle quali ci sono sempre ragazzi che necessitano di percorsi differenziati, ragazzi con disturbi dell’apprendimento o con bisogni educativi speciali, ed è impossibile garantire a tutti il raggiungimento degli obiettivi formativi? Ecco un altro punto su cui mi voglio soffermare. Parto sempre da un presupposto ( forse presuntuoso, pardon ) che lo studente viene visto come numero, come soggetto sottoposto a votazioni solo di materie scolastiche, senza approfondire per bene che lo studente è un essere umano, e in alcuni casi deve essere seguito e valutato non solo per il suo rendimento scolastico. Un’amara verità è che, ad esempio, mancano gli insegnanti di sostegno! L’anno scolastico è iniziato con 278mila alunni con disabilità e solo 112.370 specializzati di ruolo e non, le altre sono cattedre vengono assegnate in deroga a docenti senza la specializzazione. Eppure personale specializzato nelle attività di sostegno non manca, soprattutto al sud! Allora una sola domanda: perchè il personale c’è ma non viene impiegato?

Guardando al futuro, e considerato che solo ora stiamo accogliendo la digitalizzazione praticamente sotto ogni forma, quali e come saranno le nuove materie di base obbligatorie ancora non è definito. Oggi possiamo salvare i nostri documenti in modo più efficiente in cloud, non sprechiamo più tempo a spostarci per appuntamenti e conferenze grazie alle riunioni da remoto. Mentre la tecnologia continua a evolversi e cambiare le nostre vite, i giovani hanno bisogno di avere competenze più tecniche per far fronte ai lavori del futuro ma cosa si fa per insegnare ai bambini e ragazzi più grandi l’informatica? Le scuole oggi sono sufficientemente attrezzate con strumenti ed insegnanti della materia?

Un po’ immaginando un vecchio film anni ‘80, Ritorno Al Futuro, ho immaginato per un attimo di vedere un possibile futuro della scuola, e quindi ho ripensato alla domanda/affermazione iniziale di questa puntata: la scuola che vorrei … Bene, personalmente la vorrei con ambienti ed edifici sicuri, a prova di qualsiasi pericolo, a cominciare dai terremoti per finire agli incendi, dotazioni e attrezzature didattiche ricche e aggiornate. E poi, le caratteristiche e le esigenze individuali dello studente devono essere poste al centro della scuola, quindi ora domandiamoci: avviene questo adesso? 

Nel corso della sua evoluzione, il rapporto scuola-territorio-società è profondamente cambiato. La scuola ha perso sempre più, se mai lo ha avuto, il ruolo di punto di riferimento e di formazione delle persone che avrebbero guidato la società. Molte volte viene vista e utilizzata solo nella funzione di "baby-sitter" o di "parcheggio bambini" da famiglie oberate da impegni di ogni tipo, a cominciare da quelli lavorativi. Attualmente la scuola è specchio della nostra società e dei problemi che la attraversano. La scuola, credo, potrà dare il suo contributo a patto che società, territorio e scuola discutino insieme per far emergere in maniera chiara le richieste e le esigenze, tipo quali sono le esigenze primarie della società? quali quelle del territorio? quali quelle della scuola?


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