"Aiuto,mi sposo!" Gamofobia, la paura del fatidico "sì"
Se scappi ti sposo … No, non mi riferisco al celebre film con Julia Roberts e Richard Gere, ma ad un fenomeno che si sta facendo sempre più spazio nella nostra società. Di cosa parlo? Beh, detto in un’unica parola, la Gamofobia, la paura di sposarsi! “Ma come”, direte voi, “come può essere possibile che il coronamento di un amore possa sfociare in una vera e propria paura?” Eppure è proprio così!
Parliamo di matrimonio, il sogno di una vita per tantissime coppie! La donna, in particolar modo, immagina fin dalla tenera età il giorno delle sue nozze, il magico momento in cui incontra il suo principe azzurro che la conduce spedita verso la meta della felicità sul cavallo bianco … Una favola praticamente! Diciamo la verità: fin dall’adolescenza il nostro cervello viene “bombardato” da messaggi subliminali circa l’amore eterno e il matrimonio, da Romeo e Giulietta, passando per i Promessi Sposi fino ad arrivare ai tempi nostri, con tanti film a tema che la tv ci propina …. Sembra quasi che tutto ruota attorno all’Amore e al matrimonio!
Parliamo poi di un altro aspetto, la formalità! Sì, proprio così, mi duole dire ( forse ne parlo da uomo, con sguardo più razionale ) che ancora al giorno d’oggi il matrimonio è spesso e volentieri pura formalità di una giornata! Si tende a renderlo incentrato su ciò che deve essere la cerimonia, al ristorante ( si, come se poi il matrimonio è un invito al ristorante a parenti che magari non ricordiamo neanche più di avere e che vediamo solo in simili occasioni giusto per non far sparlare ) senza tener conto dell’aspetto psicologico e dell’importanza del rito in sé! Il solo fatto che per prepararsi ad un matrimonio bisogna percorrere un percorso lungo ed impegnativo tra scelta location, fotografo, partecipazioni, pranzi chic, vestiti ed altre formalità può spaventare, e non di poco ( soprattutto lato economico direi ) … E così, dalle prime fasi adolescenziali si arriva alla fase due: primi amori, delusioni, disperazione per una relazione finita … per poi arrivare all’Amore stabile! Arriva sempre quel momento, nella vita di una coppia, in cui ci si pone la fatidica domanda: “perché non ci sposiamo?”. Quando ci si trova nell’età adulta e la relazione va avanti da un po’ è normale che ci si ponga la questione o quantomeno che ci si pensi.
Il cervello comincia spesso e volentieri a “frullare”, tanti sono i pensieri che possono venire in mente al partner che riceve una proposta di matrimonio: con questo passo si compiono promesse importanti, durature! Ci si può domandare cose tipo “ Ma stiamo così bene così, da fidanzati … ha senso sposarsi? Quali sarebbero i vantaggi? E gli svantaggi?” Riflettiamo: stabilire un legame forte con qualcuno non è sempre facile, vengono messi in gioco parecchi fattori e in primis l’impegno e il senso di responsabilità, vorrei quindi spezzare una lancia a favore di chi, impaurito dai legami e dalla società, rifiuta un rapporto stabile. Mi spiego meglio: il mondo di oggi vive di precarietà sotto tutti i punti di vista, da quello lavorativo alla sfera personale, e questa instabilità non si può non avvertirla anche in amore! Qui pongo una mia riflessione: immagino me stesso anta anni fa, quando la mia età si poteva aggirare tra i 25/30 anni, ma proiettato nel mondo di ora, c’è una società allo sbando, lavoro precario e malpagato, poche speranze da poter dare ad un possibile figlio … beh, avrei riflettuto tantissimo sulla possibilità di sposarmi, e non per mancanza di amore nei confronti della mia partner, ma proprio perchè sarebbe impossibile poter vivere in un mondo così vuoto! E arriviamo al punto cruciale, andiamo a capire meglio cos’è questa Gamofobia! Ebbene si, non sono solo luoghi comuni o battute goliardiche, esiste per davvero, e diversi sono i motivi che possono contribuire a creare questo disagio. Fobie, paure, anche non fondate ma che di certo provocano un senso di insicurezza, come ad esempio la paura del cambiamento ( non nascondo che anch'io ne ho sofferto pochi mesi prima di sposarmi, paura poi passata e confermo che era infondata, la vita è una continua evoluzione, non bisogna avere paura dei cambiamenti! ). In effetti, il cambiamento rappresenta per ognuno una sfida e uno stress, a causa dell’ansia per l’ignoto, il distacco dalle proprie abitudini, la possibilità che le proprie aspettative vengano deluse o il pericolo di non riconoscersi più. Uomini e donne che hanno paura di sposarsi ce ne sono e ce n’erano già in passato: la fobia del matrimonio viene fuori anche dopo anni di fidanzamento, perché è come se si interrompesse una routine e un equilibrio creato nel tempo.
Parecchie persone ( uomini maggiormente, e metto me in primis prima di convolare a nozze ) pensano al matrimonio come una sorta di gabbia, la fine della loro libertà, la fine di un’uscita tra amici, una birra relax … Ragazzi, è solo un falso mito, non c’è alcun filo di verità! Posso dirlo sulla mia pelle! Anzi almeno a me funziona al contrario: la mia stessa moglie mi invita ad uscire con gli amici, sono io che spesso e volentieri preferisco evitare, non mi va’ di lasciarla sola a casa!
Ospite del salotto di Imagine oggi è stata la dott.ssa Tina Ferrigno, psicologa dello Studio di Psicologia Clinica e Riabilitazione Neurocognitiva Dott Ferrigno a cui ho potuto rivolgere delle domande che riporto qui per voi lettori di RoadTv Italia:
Tina, ma perché c’è tutto questo interesse nell’uomo sull’amore eterno?
L’amore è una delle più importanti forze vitali (la Pulsione EROS per Freud) che guidano la nostra vita. Nelle sue più svariate forme è un sentimento che nutre la nostra parte più profonda e ci permette di avere la giusta dose di motivazione quotidiana. Questo moto interiore guida le nostre scelte e ci fa sentire sicuri di esse. La psicofisiologia ha studiato questo processo e ci spiega che cos'è l'amore. Barbara Fredrickson, professoressa di Psicologia e Psicofisiologia dell’Università della Carolina del Nord, spiega che l’amore è la somma di micro momenti di connessione con le altre persone. Dunque l’amore si ritrova ogni volta che si crea una connessione mentale con qualcuno e che percepiamo quella sensazione di piacevole benessere che ci porta a desiderare di passare del tempo con quella persona. L'amore dunque è in tutte quelle frazioni di tempo in cui vogliamo dare il meglio di noi proprio a quella persona per tenerla e mantenerla nella nostra vita. Anche l’Università di Harvard ha pubblicato uno studio che sostiene che l’amore eterno esiste e che il segreto è godere di una vera e propria empatia con l’altro. Secondo questo studio, il segreto per un amore duraturo è l’empatia con l’altro, ovvero il fatto che esista un’identificazione mentale e affettiva con lo stato d’animo dell’altra persona. Amore eterno vuol dire capire senza giudicare. Anche un gruppo di neurochimici dell’Università di Stonybrook, New York, ha trovato le prove che l’amore eterno è possibile. Gli esperti hanno esaminato le reazioni cerebrali di un gruppo di volontari. Ne è emerso che, quando vediamo anche solo la foto della persona di cui siamo innamorati, nel cervello si attiva un’area del mesencefalo e il corpo striato. Il mesencefalo si occupa di processare la dopamina, un neurotrasmettitore responsabile di motivare i desideri e gli studi hanno rilevato che nell’innamorarsi si attivano anche quelle aree corrispondenti alle ossessioni, alla tensione nervosa, all’amicizia e alla maternità. Secondo la psicologa Charlotte Pasquier, “affinché una relazione di coppia funzioni, c’è bisogno di due persone che camminano nella stessa direzione, ma non è necessario che la pensino allo stesso modo né che vogliano le stesse cose. Basta che siano consapevoli dei desideri dell’altro”.
Cos’è il matrimonio secondo la psicologia?
Si, è assai diffuso il falso mito per cui sposarsi implichi accettare una vita di sacrifici, che porta la coppia a non riconoscersi più e in alcuni casi a separarsi. In realtà, il vincolo rappresentato dal matrimonio non equivale ad una prigione, ma semplicemente ad un’ufficializzazione del legame che non per questo diventa soffocante o più rigido. Tutti i rapporti amorosi che mirino ad essere stabili e duraturi comportano impegno e dedizione, che il matrimonio non accentua, ma semplicemente formalizza. Il matrimonio, dal punto di vista psicologico, non è costituito dalla semplice constatazione della presenza del sentimento amoroso, per quanto intenso (amiamo realmente molte persone a cui non siamo sposati), ma dall'accettazione di un legame e dalla sottoscrizione di un impegno nei confronti dell'altro. In realtà non è solo l’amore a fare il matrimonio, ma lo scambio di promesse con cui due persone si “legano”, impegnandosi reciprocamente l’uno a favore dell’altro. Dato il sentimento amoroso (necessario), il matrimonio psicologico è costituito dall’assunzione di un impegno nei confronti dell’altro, dalla sottoscrizione di un debito a suo favore che si intende liberamente onorare. Non siamo sposati perché ci amiamo, ma perché, amandoci, ci leghiamo attraverso lo scambio di una reciproca promessa.
Matrimonio = formalità … tu cosa ne pensi? Ti chiedo come donna, per avere un parere femminile
E’ mio parere personale, anche alla luce di quanto appena detto, che attraverso la cerimonia si festeggi e si renda pubblica la propria relazione, assumendosi pubblicamente un impegno personale e sociale.
Come si possono assumere determinate responsabilità se mancano proprio le basi per averle?
Negli ultimi anni è sicuramente diminuito il numero di matrimoni e, inoltre, ci si sposa sempre più tardi. Probabilmente la causa è la crisi, visto che sposarsi è spesso molto costoso, però bisogna evidenziare anche il cambio di tendenza tra i giovani che sono sempre più restii ad accettare compromessi per tutta la vita. Sposarsi comporta un compromesso decisivo nelle nostre vite e l'assunzione di alcuni doveri dal momento del fatidico "si, lo voglio". Per alcuni si tratta di responsabilità eccessivamente importanti. A volte, stabilire un legame forte con una persona non è facile. Dietro all’impegno, si nasconde un senso di responsabilità personale che forse non tutti sono disposti ad assumersi. È anche possibile che esista il fattore paura, oltre all’immaturità personale, che impedisce di concepire una relazione solida, stabile e con delle prospettive future. Zygmunt Bauman sostiene che la fragilità dei vincoli affettivi moderni è un’idea associata all’essenza che caratterizza la nostra società, in cui spesso si valorizza la fugacità ed il consumismo che soddisfano necessità momentanee. Lo stesso Bauman, nella sua idea di “amore liquido”, ci spiega che molte relazioni al giorno d’oggi sono “connessioni” più che “relazioni”. L’individualismo punta solo a soddisfare delle necessità fisiologiche con un inizio e una fine, emozioni che non si possono trattenere e che scappano fugacemente dalle mani fino a scomparire del tutto. La responsabilità affettiva è la piena consapevolezza dell'impatto che le nostre parole e azioni hanno sugli altri. Implica essere consapevoli che i nostri comportamenti hanno conseguenze sulle emozioni degli altri, positive o negative che siano. Ma se iniziamo ad avere un po’ più di fiducia in noi stessi, a poco a poco avanzeremo in questa vita con maggiore sicurezza, fino a raggiungere la stabilità; il tutto grazie all’autentico impegno che abbiamo preso con noi stessi e con le persone che ci circondano.
Tina, ma perché oggi fa così paura l’idea di sposarsi? E’ l’impegno a spaventare o ci sono altri motivi?
La gamofobia si definisce come la paura incontrollabile e irrazionale di impegnarsi con una persona o del matrimonio. Essa è un disturbo spesso frainteso, e non è un capriccio. Non si tratta di quel nervosismo passeggero che ci prende prima di pronunciare il fatidico sì. Quando la paura nasce per esperienze piacevoli e che apportano felicità siamo di fronte a una paura irrazionale che può causare molta insoddisfazione e frustrazione. In questo caso si parla di FOBIE e la loro caratteristica principale è proprio la presenza di una paura che va oltre i limiti del razionale. Questo tipo di paura può produrre disturbi d’ansia e persino attacchi di panico intensi. La paura generata dalla gamofobia è paralizzante e si può arrivare al punto che il solo pensiero del matrimonio provochi reazioni incontrollate. Da un lato, non sembra avere fondamento ma dall’altro è comunque vera, intensa ed estrema. L’angoscia e l’ansia sperimentate quando il soggetto si espone a situazioni associate al matrimonio si riflettono solitamente in una serie di reazioni fisiche importanti quali: respirazione difficoltosa o senso di soffocamento, eccessiva sudorazione, dolore al petto, difficoltà a deglutire, vertigini, disturbi digestivi, stordimento, aumento della pressione sanguigna, tensione muscolare, pallore, nausea. Chi soffre di questo disturbo non riesce a spiegarne il perché. Se gli viene chiesto, non trova le cause del suo comportamento. Egli non cerca di minimizzarlo e lo vive con immenso disagio. Le persone che soffrono di questa fobia, evitano in tutti i modi di trovarsi in questa situazione o persino di affrontare l’argomento. Respingono, inoltre, perfino le immagini associate al matrimonio. Costringerle potrebbe scatenare in loro un attacco di panico. La paura spesso è seguita da senso di colpa e vergogna. Di solito le fobie si formano durante la prima infanzia, sebbene in alcuni casi si attivino in età adulta, dopo un episodio traumatico. Quest’ultima è la situazione più comune.
Altre principali cause sono:
Modello genitoriale
Esperienze sentimentali dolorose
Bassa autostima
Immaturità emotiva
Attaccamento disfunzionale
Pressione sociale
La dottoressa Soria Arranz, sessuologa ed esperta in Terapia di Coppia e Mediazione Familiare, ha tracciato il profilo delle persone maggiormente colpite da questo disturbo: "Tradizionalmente la gamofobia si attribuisce maggiormente agli uomini dato che è socialmente accettato che abbiano diverse relazioni". Tradizionalmente, si ritiene che gli uomini siano il pilastro economico del matrimonio. Quando non c’è abbastanza sicurezza economica e lavorativa in questo senso, è possibile che questo fattore finisca per generare una forte paura nei confronti del matrimonio. Nonostante ciò, non si tratta di un problema che colpisce solo gli uomini.La dottoressa Soria spiega che ci sono sempre più donne che "non sopportano il ruolo tradizionale a cui si sottomette la donna sposata e questo genera gamofobia e per questo boicottano tutte le loro relazioni in maniera inconscia".Le donne, inoltre, a volte sentono la pressione della maternità e questo in alcune può causare il rifiuto a impegnarsi.
Leggevo che la gamofobia potrebbe giocare una parte da “diavolo” quasi nella mente umana, potrebbe accentuare nella nostra mente i difetti del partner e oscurare i suoi pregi … è vero tutto questo?
Alcune persone hanno relazioni di lunga durata, ma quando si tratta di formalizzare il matrimonio vanno nel panico. Ciò non significa che la relazione non sia apprezzata ma piuttosto, presuppone che sia presente una difficoltà personale da superare. Inoltre, per ricollegarci a quanto detto precedentemente, ciò potrebbe essere collegato ad uno stile di attaccamento altamente disfunzionale che può alterare la percezione delle effettive caratteristiche del partner.
Puoi dare un consiglio da esperta alle future coppie di sposini per superare le loro fobie?
Il matrimonio dovrebbe essere una scelta libera, così come la decisione di restare single. Pertanto, il fatto di non volersi sposare non è di per sé un problema, ma lo diventa quando:
La paura dell’impegno supera il desiderio di assumerlo.
Se una persona sente di volersi sposare, ma ha molta paura di farlo
Quando il soggetto non riesce a stabilire relazioni significative o scappa alla prima occasione.
Se lo stato di single si protrae a lungo e ciò provoca insoddisfazione.
Per superare la gamofobia, la prima cosa da fare è riconoscere e ammettere di avere un problema. Dopo aver ammesso che esiste un problema di tipo psicologico, può essere necessario l’appoggio di uno psicologo. Occorre sforzarsi di essere onesti con sé stessi per avere chiarezza ma è molto probabile che sia necessario un aiuto per capire la situazione e superarla. Ciò significa che una terapia per la gamofobia non ha solo l’obiettivo di aiutare il soggetto a compiere il grande passo.
Lo scopo centrale è recuperare l’equilibrio che è stato perso in un aspetto della propria vita, in modo da ottenere una vita più piena, completa e soddisfacente.
Fino a qualche tempo fa ( e in alcuni casi ancora oggi ), il matrimonio era visto come una sorta di obbligo sociale, una regola da seguire: si nasce, si cresce, ci si sposa, si hanno figli, punto. Una regola ha implicito il significato di obbligo, un compito da svolgere. Niente di tutto questo deve essere, togliete via questi vecchi stereotipi, lasciatevi andare alla dolcezza dell’Amore! L’amore, l’equilibrio, la complicità, la magia, anche nelle discussioni e i piccoli grandi problemi quotidiani, rendono speciale ogni giorno!
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