Parole & Donne




In occasione della festa della donna insieme a Fabio Iuorio vi abbiamo chiesto di scrivere una parola legata a donna, perché?

Perché avevamo bisogno di parole belle.

La donna è vita, maternità ma anche creatività, colore, forza, tenacia, anima, combattente, professionista...
Ma spesso, troppo spesso, leggiamo ed ascoltiamo parole denigratorie e stereotipate che denigrano la figura della donna.
La prima parola associata alla donna è stata da sempre "angelo del focolare", relegata nel ruolo di madre e moglie. Un cinquantennio di lotte per vedersi riconosciuti i propri diritti ma ancora oggi le donne si trovano a dover fare i conti nel gergo linguistico con una disparità di genere.
Andando indietro nel tempo il primo intervento di una donna in politica fu accolto in un clima di preventiva sfiducia e fu usato con una forzatura linguistica il termine "deputatessa".

Ancora oggi molte cariche lavorative usano nomi e cariche al maschile.


Nel 1987, Alma Sabatini ha pubblicato
“Il sessismo nella lingua italiana”, un’indagine nata dall' analisi dei libri di testo e dei mass media che metteva in risalto la netta prevalenza del genere maschile sul femminile. Questa indagine ricevette numerose critiche ma ebbe il merito di avviare il dibattito sulla necessità di rinnovare la lingua italiana adeguandola ai profondi cambiamenti sociali in atto allora e tutt' ora oggi. Un altro aspetto legato al linguaggio sono gli stereotipi di genere come rappresentazioni delle donne preconcette. Stereotipi pericolosi sia nelle immagini che nelle parole, che invece di combattere la violenza maschile contro le donne e la violenza di genere, la riproducono. Basti pensare ai casi di stupro dove la donna spesso viene etichetta come "quella che se le è cercata", "indossava una gonna troppo corta".

Nei casi di femminicidio su alcune testate giornalistiche l'uomo viene rappresentato come "un uomo inna­morato" che "ha perso il lume della ragione", in conseguenza di qualche azione della donna. Le parole sono in grado di accogliere, abbracciare ma anche respingere, allontanare e ferire. Questo accade in ogni contesto della vita e in tutte le relazioni sociali e a maggior ragione in rete sui social dove spesso ci si nasconde dietro una falsa identità. Il linguaggio è il principale mezzo di espressione di pregiudizi, discriminazioni e stereotipi, per questo è importante un uso consapevole delle parole perché dietro ogni parola e comunicazione c’è sempre un intento che viene prima, soprattutto in un' era digitale come la nostra dove spesso le parole, sganciate dal contatto fisico tra le persone, diventano incontrollate.
Bisogna quindi riappropriarsi dell' uso consapevole delle parole a partire da chi le parole le usa per professione.
E concludo tornando al nostro post con un commento di una donna :
"Donna è donna, perché devo avere bisogno definirmi in maniera ancora più specifica? Ho ancora bisogno d specificare che posso essere, fare, dire anche se donna?''

Annalisa Perrella

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